L'onda delle proteste in Nord Africa che ha portato scontri anche in Cina fa paura al regime di Yangon: sono passati solo quattro anni da quando il popolo, affiancato dai monaci, scese in piazza e ingaggiò un violento scontro con i militari, con la conseguente repressione che sconvolse il mondo.
Ora, volgendo lo sguardo dall'altra parte del Mediterraneo, si ha l'impressione di un triste déja-vu: le recenti notizie giunte dalla Cina riguardo al tentativo di allargare la rivoluzione dei gelsomini hanno spinto il nuovo governo-fantoccio del generalissimo Than Shwe a stanziare 1,5 miliardi di dollari per ripristinare l'apparato di intelligence e alzare lo stipendio dei militari e degli impiegati pubblici.
Questo ha portato a una sfrenata corsa all'oro e al dollaro, moneta di riferimento per questa fragile economia, che probabilmente porterà ad un'impennata dei prezzi che potrebbe distruggere il 70% del popolo birmano, che vive prevalentemente di agricoltura.
A questo si deve aggiungere che il Myanmar deve fare i conti con un embargo economico che ha tagliato i ponti con Unione Europea e Stati Uniti, accentuando le difficoltà per il popolo che deve fare a meno anche delle possibili entrate del turismo, a scapito del governo che continua a stipulare contratti con Cina, Russia, India e Thailandia. La stessa leader del NLD, Suu Kyi, liberata alla fine del 2010, sta provando timidamente a far recedere dalle loro posizioni i governi occidentali, asserendo che il popolo potrà risollevarsi solo con gli aiuti economici di USA e UE, migliorando l'istruzione obbligatoria e diffondendo la lingua inglese, sicura che nonostante la censura e gli ostacoli, il suo popolo non si sia affatto rassegnato. Il problema è che non ha abbastanza cibo per sfamarsi, fatto che provoca la fuga di molti birmani come i Karen dalle loro terre, sfidando l'esercito e le mine anti uomo: il numero sempre crescente di profughi rischia di diventare una questione seria anche per i confinanti.
Chissà che quest'ennesima spia di malessere non aiuti a piantare i semi di qualche "gelsomino"....
Nessun commento:
Posta un commento