All'ombra delle verande dei bar, caffé laotiano in una tazza, mentre il mercato prende forma: se vi trovate a Luang Prabang al crepuscolo, non ci sarà bisogno di cercare un ristorante, una ciotola di riso alle verdure e una buona birra Lao su una tavolata di legno è più che sufficiente per rifocillarsi, prima di cercare cianfrusagli al mercato notturno.
Luang Prabang è un posto meraviglioso, non c'è altro da dire: situato alla confluenza di tre fiumi, tra cui il grande Mekong, e capitale del regno del Laos fino all'ascesa del comunismo nel 1975, è forse l'unico esempio al mondo di città interamente sottoposta alla tutela dell'UNESCO. Ogni angolo di questo posto, secondo le autorità internazionali, deve essere salvaguardato, e visitandola si capisce che non ci si riferisce solo al paese, ma a tutto quello che vi ruota intorno.
Infatti se vi capiterà di uscire presto la mattina vedrete dei monaci in processione a cui la gente sarà felice di donare del cibo (secondo il Buddha gli asceti non possono avere denari, né elemosinare), vi capiterà di fare colazione in qualche pasticceria svedese per assaggiare qualche croissant, di approssimarsi al molo delle barche per Pak Ou, la grotte delle statuette di Buddha, oppure aspettare la sera leggendo un libro prima di andare alla sede della Croce Rossa e godere di un massaggio lao-svedese che vi rimetterà al mondo insieme ad una sauna alle erbe.
Grotte di Pak Ou |
La visita di Luang Prabang non può prescindere dai suoi templi innumerevoli e dalle cascate di Kuang Si, ottima per una bagno in una terra che non ha sbocchi sul mare.
Arrivare a Luang Prabang non è un problema: a poche decine di chilometri dal famigerato Triangolo d'Oro, è raggiungibile via fiume a seconda della stagione, via aerea con qualche sgangherato Tupolev locale o qualche biplano Thai, oppure con l'autobus percorrendo la Rte 13, a soli dodici ore di curve da Ventiane.
Cascate di Kuang Si |
Non partite comunque prima di aver assaggiato un pesce di fiume al latte di cocco: è imperdibile!
E vi lasciamo col brano di Dave Van Ronk che ci ricorda la guerra del Vietnam e il fatto che essa fu in realtà combattuta in Cambogia e qui, in Laos, dove ancora si deve fare i conti con le conseguenze.
...Ma è un'altra storia.....
When I came back from Luang Prabang
I didn't have a thing where my balls used to hang,But I got a wood medal and a fine harangue.
Now I'm a fucking hero. (...)
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